Giovanni Bonardi, uno sguardo verso il cielo

Una cascina d’artista tra sacro e profano

Giovanni Bonardi al restauro
Roberto Coaloa
Roberto Coaloa

Storico, biografo di Tolstoj, slavista, traduttore, critico letterario, autore di saggi dedicati al Risorgimento, alla Grande Guerra e ai viaggiatori, come Carlo Vidua, collabora a Il Sole-24Ore e La Stampa. È uno dei più autorevoli specialisti della storia dell’Austria-Ungheria. Si definisce “flâneur esistenzialista”: un instancabile ricercatore di cose rare e amateur di musica.

  
Affresco nella Chiesa di San Emiliano a Villanova Monferrato.
Affresco nella Chiesa di San Emiliano a Villanova Monferrato.

A Villanova Monferrato (AL), sul confine con la provincia di Vercelli, dove iniziano le risaie, il pittore e scultore Giovanni Bonardi ha realizzato il suo buen retiro. Villanova è un piccolo paese, dove si trova, però, una suntuosissima Chiesa parrocchiale tardo gotica, dedicata al Santo Patrono Emiliano del settimo secolo, impreziosita da affreschi del Quattrocento, scoperti proprio recentemente da Bonardi (che oltre ad essere pittore e scultore è anche restauratore).

Il meteorite di Motta dei Conti

Villanova è una località originale per un artista, ma azzeccata. Zona di risaie, appunto, ma anche di misteri e di antiche famiglie, resistenti nei secoli, nonostante le guerre e le strane ossessioni della nobiltà di provincia, sempre pronta a decadere, ma con grande sfarzo (in un territorio dove si incontrano Piemonte e Lombardia e tre province: Alessandria, Vercelli e Pavia).

Meteorite Motta dei Conti conservata al Museo di Scienze Naturali di Torino.
Meteorite Motta dei Conti conservata al Museo di Scienze Naturali di Torino.

Nella campagna di Villanova Monferrato, nel 1868, caddero alcune meteoriti. In un libro stampato a Torino, nello stesso anno, si racconta il fenomeno: “Sopra gli aeroliti caduti il giorno 29 febbraio 1868 nel territorio di Villanova e Motta dei Conti”. Proprio accanto al buen retiro di Bonardi fu ritrovata una meteorite, “un pezzo di grammi 6.311”, che diventò proprietà del Conte Malabaila, prima di essere ceduta al Museo di Mineralogia dell’Università di Torino. Oggi, il meteorite di Villanova Monferrato è l’esemplare più importante del Museo Regionale di Scienze Naturali della capitale sabauda.

Un atelier d’argilla

Giovanni Bonardi tra le sue sculture.
Giovanni Bonardi tra le sue sculture.

Da più di trent’anni, nello spazio ricavato da una tipica cascina della zona, “Cascina Bonardi”, già esistente nel Settecento, Giovanni Bonardi lavora alacremente nel suo atelier, modellando l’argilla con grande maestria ed eleganza, trasformando la materia in immagini sacre e profane: obelischi, allegorie, eroi e dei dell’antichità, Madonne, angeli, santi.

La casa dove lavora un pittore che dedica molto tempo alla scultura non può essere la Wunderkammer di un Arciduca d’Austria, o il Cabinet particolare di un curioso collezionista. All’ingresso della casa di Giovanni, infatti, c’è un grande cortile e un piccolo giardino, che fanno piuttosto pensare a una delle tante case della zona. Ai lati del cortile, però, ci sono dei magazzini, dove ci sono libri, busti in terracotta, quadri appoggiati alle pareti, quasi in disordine, come in una maison d’artiste francese di fine ottocento. Lì, accanto alla casa, l’atelier dello scultore. E pare d’entrare in un ambiente romantico, il laboratorio dello scultore e pittore Jean-Baptiste Carpeaux, ad esempio, maestro spirituale di Bonardi nella ricerca della bellezza. Nell’atelier si trova ora una copia in terracotta bianca dal busto originale di Carlo Vidua in marmo, eseguito nella prima metà degli anni Trenta dell’ottocento, conservato al Museo Civico di Casale Monferrato, dello scultore milanese Abbondio Sangiorgio (aggiungo che da studioso e ammiratore del grande viaggiatore, conte di Conzano, ho commissionato a Bonardi una copia del bellissimo busto).

Busto di Carlo Vidua in terracotta bianca.
Busto di Carlo Vidua in terracotta bianca.

Stanze d’artista

Accanto al giardino, dove trionfano i fiori di gelsomino e la menta, si entra, finalmente, nella casa di Giovanni.

Bonardi e il suo quadro “Figura mistica”.
Bonardi e il suo quadro “Figura mistica”.

Il primo ambiente che s’incontra è ricavato da quello che un tempo era la stalla e poi il granaio. Colpisce un quadro, Figura mistica (Olio su tela, cm. 120 x 150). Un raggio (color rosso) attraversa l’opera, terminata il 24 giugno 2001, San Giovanni. L’ambiente è molto raffinato e accanto al quadro troviamo altre opere di Bonardi, come le sculture in terracotta. La stanza successiva è una cucina, dove trionfa un coloratissimo affresco. Da qui si accede all’“appartamento della badante”. Su travi di legno sono sistemate in ordine le sculture di terracotta.

Sculture di terracotta Giovanni Bonardi
Appartamento della badante.

Altre opere esposte: Bosco sacro al tramonto, tempera e olio su tela di lino, accanto a un grande olio che rappresenta Cristo con San Tommaso. Il quadro è firmato, il 20 febbraio 2008, genetliaco dell’artista.

Dipinti Giovanni Bonardi
“Bosco sacro al tramonto” accanto al grande olio “Cristo con San Tommaso”.

Bonardi dipinge spesso su lenzuola di lino, arricchite da grandi cifre, come la lettera b, propria della sua famiglia. Opere come Il volto del cielo, o Il cielo nella notte dell’eclissi, sono esempi di tecnica mista su tela ricamata, dall’incantevole fascino.

La collezione di statue di Madonne.
La collezione di statue di Madonne.

Sopra questi locali ci sono due gigantesche camere, illuminate da finestre che occupano l’intera parete. Nella prima colpisce la non comune collezione di madonne. Nella seconda si accede da un “passaggio segreto”, dove è sistemato lo studio del pittore. Lì, prima di ogni lavoro, Bonardi fissa il foglio bianco, inizio di una nuova “avventura” artistica.

Giovanni Bonardi nel suo studio.
Giovanni Bonardi nel suo studio.

Gli anni della formazione

Giovanni Bonardi è nato a Villanova Monferrato il 20 febbraio 1958. Chi scrive ha condiviso con lui l’amicizia e la tenerezza di due grandi uomini che hanno reso più bello il Monferrato: il professore Vincenzo Porta e il Maestro Enrico Colombotto Rosso. Bonardi mi racconta d’aver iniziato giovanissimo con la pittura: fu infatti il nonno paterno, Giovanni, abile intagliatore e amateur dei Maestri della pittura, che realizzava giocattoli per i propri nipoti a trasmettergli l’estro artistico. Da Villanova, Bonardi frequentò il Liceo Ugo Foscolo di Vercelli e successivamente l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, sotto la guida di Domenico Purificato.

Grazie all’esperienza milanese Bonardi ha sperimentato nuove tecniche artistiche, ma sono i gruppi scultorei in terracotta dipinta visti fin da piccolo nei pellegrinaggi e soggiorni al Sacro Monte di Crea, ad essere i modelli per le sue prime opere d’arte. Una frequentazione ininterrotta quella dei Sacri Monti, con l’approfondimento attraverso la tesi su L’opera di Gaudenzio Ferrari al Sacro Monte di Varallo, e l’opportunità di conoscere e intessere rapporti con il poeta e scrittore Giovanni Testori.

Lontano dal mondo

Nell’opera di Giovanni Bonardi, che predilige il tema religioso, con incursioni nel mondo classico del mito, si scorge l’assoluta necessità di arrivare a una vetta. Non è un caso che l’artista prediliga luoghi come i Sacri Monti dedicati alla Madonna.

Bonardi guarda la sua opera “Cristo con San Tommaso”.
Bonardi guarda la sua opera “Cristo con San Tommaso”.

Lo sguardo dell’artista deve poter spaziare libero su tutto l’orizzonte, a tu per tu con il cielo. Da lassù, nel “Paradiso”, i guai, i pensieri, i progetti di tutti appaiono talmente piccoli da sorriderne; e solo le alte vette, lontane, sembrano meritare attenzione.

Lo sguardo di Bonardi pare essere lontano dal mondo, ma altrettanto profonda è l’esigenza di scendere e comunicare, agli altri mortali, almeno un po’ di ciò che si impara là in cima, in compagnia degli dei o della Madonna. Senza grande entusiasmo, è vero, poiché lo scultore predilige il silenzio del lavoro delle sue mani, la concentrazione dell’artista, e soprattutto senza aspettarsi gran che dalla valle, Bonardi — attanagliato dal senso del dovere sociale che non lo lascia in pace se tentasse di far soltanto il solitario — è, tuttavia, prodigo di consigli attraverso il suo costante lavoro, che lo spinge da una parte a un diuturno impegno come restauratore, dall’altra a organizzare importanti mostre di pittura e scultura sia a livello nazionale che internazionale, come la mostra all’Istituto Italiano di Barcellona, La memoria dei tempi.

In equilibrio tra umano e divino

Non è una vita semplice quella intrapresa da Bonardi, non è la vita mondana d’artista, tipica delle antiche capitali d’Italia. Appartato, silenzioso, nella sua piccola Villanova, Bonardi crea nuovi capolavori.

Villanova è per Bonardi l’officina di un lavoro titanico: ogni sua scultura o pittura, è terra di mitologia o di fede, con la propria autonomia, ricca di sfaccettature, che ingloba totalmente il quotidiano miserrimo dell’essere. Esistenza, intelligenza, concretezza e misticismo sono legate alla creazione, mistero condiviso dalla maggioranza dei popoli. L’insieme delle opere di Bonardi costituisce la proiezione dell’universo in cui si esplica il processo umano-divino della vita naturale e spirituale, dove la logica quotidiana reca memorie ancestrali, intuizioni di saggezza che collocano il pensiero in dimensioni superiori, in cui l’intelligenza umana conquista la consapevolezza dei propri limiti, ma anche il desiderio di conoscenza e, quindi, con la percezione del mistero, in un tourbillon di domande, riflessioni, dottrine, in un continuo rovello interiore, titanico, appunto.

Locandina della mostra “Maria Madre della Chiesa”.
Locandina della mostra “Maria Madre della Chiesa”.

La sorte dell’artista dipende dall’equilibrio che riesce a stabilire tra queste direzioni dell’animo. Non è facile, e molti non reggono. A valle l’artista costruttore di mondi si sente invischiato, soffocato, incompreso.

Bonardi ha equilibrio. È un grande lavoratore, instancabile, generoso. Come artista, però, rischia di sentirsi misconosciuto dal pubblico che ama l’arte. Certo, è tipico delle anime sensibili essere non capite: gli artisti moderni in parte lo sono davvero; in parte architettano loro stessi, senza accorgersene, situazioni che li deludano e che giustifichino il loro ritorno sulle amate vette, via dalla gente che non merita. Dispone, a tale scopo, di un repertorio di tecniche infallibili: un Bonardi, può per esempio eccedere nell’idealismo oppure esagerare nella generosità, cadendo come una meteorite gigante sulla folla curiosa.

Parola d’ordine è equilibrio. In Bonardi l’equilibrio è evidente nella ricerca delle forme, anche quelle più desuete, per portare l’anima sua e di chi contempla l’opera in un paesaggio contemplativo, dovunque sia ma lontano e in silenzio. Da qui la ricerca di Bonardi per spazi espositivi insoliti: non le gallerie d’arte, ma le Chiese. Secondo l’artista, infatti, la più importante mostra da lui realizzata è Maria Madre della Chiesa, nei locali del Museo della Cattedrale di Casale Monferrato (esposizione aperta fino al 29 luglio).

📌 Studio Giovanni Bonardi
Via Navazzotti, 17
15030 Villanova Monferrato (AL)
www.artegiobonardi.com

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Bibliografia

  • Barbero G., Giovanni Bonardi. Terra dei Miti, Roma, Verso l’Arte Edizioni, 2005.
  • Pesce C., La memoria dei tempi. Giovanni Bonardi. La memoria de los tiempos, Roma, Verso l’Arte Edizioni, 2012.
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