L'AMPRA e la comunità femminile della Pampa Gringa

L'emigrazione piemontese in Argentina: una storia fatta (anche) di donne

Incontro a Necochea di marzo 2020.
Laura Moro
Laura Moro

Nata a Torino, è emigrata in Argentina all’età di dieci anni, dove si è laureata in Pedagogía e dove oggi insegna italiano. Dal 1987 segue le attività di molte associazioni italiane: è consigliere della COMITES Rosario e di AMPRA, Associazione Civile Donne Piemontesi dell’Argentina.

  

Nel mese di ottobre del 2003, nella città di Novara venne organizzata dalla Regione Piemonte – Consiglio e Giunta Regionale – in collaborazione con la Federazione delle Associazioni dei Piemontesi nel Mondo, la Seconda Conferenza Regionale dei Piemontesi nel Mondo, per approfondire le tematiche relative all’emigrazione. Per la prima volta, in incontri di queste caratteristiche, nei lavori di gruppo venne inserito il tema: “Donne ed emigrazione”. Presente per l'Argentina Mirella Giai, (successivamente eletta Senatrice per l'America Latina) che presentò un deciso intervento riferito alle donne piemontesi emigrate in Argentina al quale già da tempo Mirella Giai ed io, insieme ad altre donne argentine di origine piemontese, stavamo lavorando nelle nostre rispettive associazioni, ma ancora con quell'"invisibilità" che per tanto tempo ha caratterizzato la donna nella società.

Mirella Giai
Mirella Giai

Nasce il Foro delle donne piemontesi in Argentina

Al suo ritorno, Mirella considerò giunto il momento di dare organicità a quel nostro lavoro e, nella sede della Famiglia Piemontese di Rosario, il 28 dicembre di quello stesso anno, convocammo molte donne provenienti da diverse città. Sfortunatamente, un tremendo temporale impedì la presenza di molte altre provenienti da luoghi più lontani, che avevano promesso la loro assistenza, ma seppur con un numero minore, si svolse la riunione e fu un momento decisivo per la nostra storia; in quel momento venne scritto il verbale costitutivo del “Foro delle donne piemontesi della Repubblica Argentina" e fu una conseguenza diretta dell'entusiasmo vissuto in quella Conferenza e dello sguardo lungimirante di Mirella Giai.

Inizialmente (timidamente direi) portò il nome di “Foro” perché fu pensato come uno strumento di dialogo, di comunicazione virtuale, di collegamento tra le tante donne che abitavano in luoghi lontanissimi fra loro di questa immensa Argentina e che operavano in tutte le associazioni che costituivano la Federazione delle Associazioni Piemontesi della Repubblica Argentina (FAPA).

Logo FAPA (Federazione delle Associazioni Piemontesi della Repubblica Argentina).
Logo FAPA (Federazione delle Associazioni Piemontesi della Repubblica Argentina).

Non solo Pampa Gringa

Grazie alla velocità e all'intensità di quelle comunicazioni (ancora solo via mail in quell'epoca) e all'entusiasmo che trasmettevano, successivamente vennero fatti molti incontri in diverse città dell'Argentina.

In questi successivi incontri, avuti nei primi quattro anni di vita, parteciparono donne rappresentanti delle più diverse Associazioni Piemontesi provenienti da Nord a Sud, da Est a Ovest dell'Argentina (rappresentanti perciò di diversi contesti di vita, non solo di quel centro indiscusso della piemontesità in Argentina, cosiddetto "Pampa Gringa", ma anche del lontano Tucumán, della particolare Entre Ríos, di La Pampa, della gran metropoli che è Buenos Aires e di tante altre città). Abbiamo scoperto così che in molte altre zone, oltre alla cosiddetta Pampa Gringa, c'erano dei piemontesi, ma che non si erano trovati mai con dei gruppi identitari forti, capaci di costituire rapporti e relazioni, di riaffermare il proprio valore e le proprie origini.

Incontro nella città di Paranà.
Incontro nella città di Paranà.

L'emigrazione vissuta da bambine

Su questa base, su questa certezza, ci siamo conosciute, abbiamo condiviso le nostre idee, abbiamo intrecciato delle solide relazioni, abbiamo misurato i desideri e i bisogni per esprimerci, e abbiamo iniziato a concretizzare alcuni dei tanti obiettivi che ci eravamo proposte. Il punto di partenza è stata la nostra comune esperienza di emigranti o di discendenti da emigranti.

Non siamo state emigranti per decisione propria, né abbiamo accettato liberamente di abbandonare la terra dove siamo nate. Come bambine emigranti ci siamo trovate, da un giorno all'altro, fuori del nostro mondo, senza la nostra casa, senza la nostra scuola, senza i nostri amici, senza il contesto sociale in cui eravamo nate: strappate al nostro mondo e “gettate” in un paese straniero.

Un’immagine storica dell’emigrazione piemontese in Argentina.
Un’immagine storica dell’emigrazione piemontese in Argentina.

Nasce l'AMPRA

Il “nostro” Foro, dopo questi primi quattro anni di vita, sentì il bisogno di istituzionalizzarsi e per volontà delle associate riunite in assemblea plenaria nella città di Santa Fe, il 14 aprile 2007 si trasformò in Associazione Civile, ai sensi della legislazione argentina. Successivamente, tramite Provvedimento N° 1103 del 1° novembre 2007, ottenne il dovuto riconoscimento legale con l’acquisizione della Personalità Giuridica e perciò entrò a far parte della Federazione (FAPA), in parità di condizioni con tutte le altre Associazioni Piemontesi che la compongono, ma con un'importante differenza. Mentre ogni altra Associazione rappresenta la comunità piemontese di una città, ovverossia è locale, da quel momento l'Associazione Civile Donne Piemontesi dell'Argentina (AMPRA per la sua sigla in spagnolo) pur avendo la propria sede legale nella città di Santa Fe, rappresenta la comunità piemontese femminile di tutta l'Argentina, cioè è trasversale. In conseguenza assume il ruolo di un organismo di parità all'interno della FAPA.

Logo dell'AMPRA.
Logo dell'AMPRA.

Memoria di tutte le donne piemontesi in Argentina

Oltre alla già descritta parte organizzativa, il lavoro iniziale venne focalizzato sul primo obiettivo proposto e assolutamente condiviso da tutte: il recupero delle esperienze e delle storie di vita di tante donne piemontesi emigrate in Argentina, un affettuoso sguardo al passato.

Copertina di
Copertina di "Così l'ho vissuto", 2013.

Questo recupero della memoria ci ha permesso di capire profondamente quanto siamo debitrici a chi ci ha precedute e di valorizzare le nostre donne e la loro lenta e silenziosa costruzione di un patrimonio culturale e valoriale: donne emigranti, quasi mai coscienti dei loro diritti, ma sempre pronte a compiere i loro doveri; donne disposte al lavoro, ai sacrifici, al dono permanente di se stesse per far sì che la loro famiglia soffrisse il meno possibile e riuscisse a inserirsi nella nuova terra nel migliore dei modi.

Alcune delle nostre donne avevano già da tempo elaborato in sé questo desiderio di recuperare, avevano già sottoposto i loro scritti alla visione familiare, ed erano già pronte per cercare il modo di pubblicare questi loro lavori. L'incoraggiamento ricevuto dalla nostra Associazione femminile le fece decidere e così videro la luce, con nostro gran beneplacito, tre libri che furono il primo risultato della nostra attività, scritti da tre delle nostre socie: Anna Caterina, una donna del novecento di Mirella Giai (Rosario); Mi camino desde Il Piemonte di Ana Lucía Andrada Demichelis (Río IV – Casa Editrice Università Nazionale di Rio IV – aprile 2005) e Così l'ho vissuto di Renata Moro (Paraná, Entre Ríos. Casa Editrice Dictume Ediciones – aprile 2013).

Terza Conferenza Internazionale dei piemontesi del mondo

E così, quando la Regione Piemonte nel 2007 convocò ad Alessandria la Terza Conferenza Internazionale dei Piemontesi nel Mondo, la nostra Associazione si trovava già preparata per presentarsi con un nuovo intervento, quello delle donne piemontesi dell'Argentina, legalmente costituite e con varie proposte indirizzate a un obiettivo comune: la valorizzazione dell'identità del Piemonte, al femminile.

In questa Terza Conferenza erano presenti 55 donne su 131 delegati e, anche in quest'occasione, uno dei lavori di gruppo venne dedicato alle donne con il titolo: “Donne e pari opportunità”. L'assessore al Welfare, Lavoro, Immigrazione ed Emigrazione Teresa Angela Migliasso, nel suo intervento iniziale disse: "voglio sottolineare la consistenza della presenza femminile in questa edizione" e poi "non basta più la memoria del passato per mantenere vivo il legame con il Piemonte. Occorre puntare sulla formazione dei giovani per attrezzarli a vivere nell'oggi pur mantenendo i valori della propria origine".

Durante i due giorni di lavoro abbiamo sentito che la presenza delle donne, la presentazione di tanti lavori, il nostro intervento, erano accolti con un atteggiamento molto positivo.

L’assessore regionale all’Emigrazione Angela Migliasso saluta i delegati alla Terza Conferenza Internazionale dei Piemontesi nel Mondo.
L’assessore regionale all’Emigrazione Angela Migliasso saluta i delegati alla Terza Conferenza Internazionale dei Piemontesi nel Mondo.

Ci siamo emozionate quando, alla lettura delle mozioni finali, tra altre importanti affermazioni, delle donne piemontesi abbiamo ascoltato:

dare rilievo al ruolo storico svolto dalle donne piemontesi in emigrazione, non solo proteggendo il nucleo familiare dal trauma dello sradicamento, ma anche favorendone l'integrazione nel paese di accoglienza e mantenendo vivo il valore della memoria; riconoscere e promuovere le professionalità espresse dalle donne e facilitarne una maggior affermazione e partecipazione all'interno delle comunità e delle loro rappresentanze.

E finalmente, negli "Impegni", tutto è risultato ancora più esplicito:

a rafforzare la rete delle donne piemontesi nel mondo, sull'esempio del Foro costituito dalle donne argentine nell'ambito della FAPA per formare lo sviluppo economico coniugato alla solidarietà.

Dopo l'intervento, che per ragioni di tempo ha dovuto essere un estratto del consistente lavoro che avevamo preparato, ci siamo presentate all'Assessore chiedendole gentilmente di ascoltare, in un altro momento, tutto ciò che avevamo da dirle, tutti i nostri progetti con i quali concludevamo il nostro lavoro.

Una ricerca sul campo

Alcuni giorni dopo siamo state ricevute dall'Assessore Migliasso nel suo ufficio; ci siamo sentite serene nel presentare il nostro lavoro in un'ambiente di mutua valorizzazione e simpatia. Lo schema dei progetti era contenuto al finale. Ci promise di leggerlo accuratamente e ci disse che avrebbe preso una decisione. E infatti, quando nell'aprile del 2008, una delegazione della Regione e del Consiglio venne in Argentina in occasione della Assemblea Plenaria della FAPA che si svolse nella città di Rafaela (provincia di Santa Fe), l'Assessore Migliasso volle esplicitamente un incontro con le donne.

Maddalena Tirabassi, direttrice del Centro AltreItalie.
Maddalena Tirabassi, direttrice del Centro AltreItalie.

Ci manifestò la sua grata impressione avuta durante la Conferenza e successivamente con la lettura del nostro lavoro e disse che uno dei progetti che l'aveva particolarmente interessata – una ricerca sulle donne piemontesi in Argentina – per cui l'aveva presentato alla Regione ed era stato accettato.

Ci disse che il Centro AltreItalie avrebbe elaborato gli strumenti di ricerca e avrebbe fatto l'inquadramento teorico del libro, affidandolo a Maddalena Tirabassi, direttrice in quel momento del suddetto Centro. Mentre l'Associazione Donne Piemontesi dell'Argentina si sarebbe occupata del lavoro di campo nell'applicazione delle inchieste e delle interviste in tutto il paese.

I motori della memoria

Dopo quasi due anni di lavoro, questo progetto si concluse con la pubblicazione del libro I motori della memoria - Le piemontesi in Argentina, sotto la responsabilità di Maddalena Tirabassi (Rosemberg & Sellier, Torino, 2010).

Copertina del volume
Copertina del volume "I motori della memoria", edizione italiana, 2010.

Una volta ricevuti in Argentina gli esemplari che corrispondevano ad AMPRA, iniziarono le presentazioni: la prima fu nella città di Sunchales (Provincia di Santa Fe) in una cerimonia veramente molto emotiva poiché, oltre ai rappresentanti di tutte le associazioni, erano presenti anche tutte le donne che aveva risposto alle interviste, a ognuna delle quali venne consegnata una copia del libro. Successivamente il libro venne presentato in tante altre città dell'Argentina, da Buenos Aires, nell'Istituto Italiano di Cultura, passando per tante altre e perfino a San Juan, nell'nord ovest della zona della Cordigliera delle Ande.

Ad ogni presentazione si vivevano delle scene emozionanti perché finalmente le nostre donne trovavano plasmate sulla carta tutte le loro storie, gli aneddoti… insomma la loro vita! Nel libro incontravano eternizzate quelle fotografie guardate tante volte in famiglia, evocando tanti ricordi. Sentivamo che in quei momenti si stava davvero materializzando quel nostro obiettivo: “recuperare la memoria delle donne in emigrazione”.

Tradurre per tutti

Sebbene questo sembri il finale felice di una storia, veramente fu solo il principio di un'attività ininterrotta che continua giorno dopo giorno. Nel mese di novembre del 2012 la Regione Piemonte ci comunicò che l'AMPRA, tramite Atto Determinativo N° 95 dell'8 novembre 2012 era stata iscritta nell'Elenco Regionale delle Associazioni, Federazioni e Circoli, ai sensi dell'art.22 della Legge Regionale 1/1987.

Malgrado questa buona notizia che certamente ci rallegrò, alla fine del 2012, e dopo tante presentazioni in tutta l'Argentina, il nostro Consiglio Direttivo aveva comunque la sensazione di un vuoto, di una mancanza, perché poche donne riuscivano a leggere il perfetto e accademico italiano del libro. Lo sapevamo: non tutte le donne intervistate conoscevano la lingua italiana, non tutte quelle che la capivano e la parlavano avevano quel livello, tante capivano e parlavano il piemontese ma non l'italiano. La realtà confermava quello che avevano già detto i questionari dell’inchiesta e le interviste. Perciò era necessario riuscire a mettere il libro nelle mani di tutti qui in Argentina e non rimaneva altro che tradurre il libro allo spagnolo.

Copertina del volume
Copertina del volume "Los motores de la memoria", edizione argentina, 2013.

Ottenute le corrispondenti autorizzazioni iniziammo a tradurre, dividendoci il lavoro tra coloro che potevano farlo: da Santa Fe a San Luis; da Zàrate (Provincia di Buenos Aires a Sastre (Provincia di Santa Fe); da Rafaela (ancora Provincia di Santa Fe) a Paranà e finalmente, dopo tante correzioni e revisioni, con un gran lavoro di gruppo a distanza e con una brava editrice (anche lei figlia di una cara amica italiana) nell'aprile del 2013 venne pubblicato Los motores de la memoria – Las Piemontesas en Argentina (Ed. Dictum Ediciones, Paranà, aprile 2013). Un altro obiettivo era stato così raggiunto: tutti potevano leggere questo “nostro” libro. Molte furono le validissime opinioni ricevute anche da importanti professionisti.

Nel frattempo le nostre “scrittrici” continuavano a elaborare altri lavori. Alcuni fanno parte di quella che chiamiamo “Collana AMPRA” poiché l'Associazione ci ha lavorato direttamente o ha prestato dei contributi monetari per agevolare la pubblicazione. Inoltre anche senza far parte della “Collana”, molte socie hanno lavorato da sole e hanno arricchito le pubblicazioni.

Noi "motori" intanto, (ormai ci autodenominavamo così) continuavamo a incontrarci non solo virtualmente, ma anche fisicamente. Due volte l'anno almeno, il piccolo gruppo che coordinava l'andamento dell'Associazione si incontrava in una città possibilmente equidistante per tutte per valutare i nostri progressi e progettare il futuro. E, naturalmente, una volta l'anno dovevamo compiere l'obbligo legale di costituirci in Assemblea e presentare a tutte le nostre socie la Memoria delle attività svolte e il bilancio. Motivo questo per presentare anche diverse attività culturali legate alla genealogia, alla cultura, alla storia, alla geografia piemontese, per far conoscere e amare ogni volta di più la nostra Regione.

Oggi

Con questo ritmo arriviamo all'oggi. Il nostro ultimo incontro é stato nella bellissima città di Necochea, provincia di Buenos Aires, nei primi giorni di marzo 2020. Lì abbiamo presentato formalmente il nostro ultimo lavoro, un e-book intitolato Conversaciones che é stato pubblicato online sul sito “Portal gringo”, dedicato esclusivamente alla diffusione della cultura italiana, e particolarmente piemontese, appartenente alla “Universidad Nacional del Litoral” e curato dalla nostra socia Adriana Crolla. In questo stesso sito sono inseriti tutti i nostri libri.

Piantando la mimosa a Necochea.
Piantando la mimosa a Necochea.

Il programma di Necochea prevedeva anche un'intervento sulla genealogia, sulle malattie genetiche e una conferenza dedicata alla Sacra di San Michele (monumento simbolo del Piemonte) e al Forte di Exilles. La conclusione di questo incontro è avvenuta l'8 marzo, "Festa della Donna", e dopo la formale assemblea annua, abbiamo concluso le nostre attività, piantando un albero di mimosa, come facciamo tutti gli anni. In questo caso nella piazza Italia di Necochea.

Ora, stiamo lavorando sull'ultimo progetto: l'elaborazione di una rivista di AMPRA il cui primo numero verrà presentato a breve.

Locandina della conferenza a Necochea.
Locandina della conferenza a Necochea.

Fumne!

Ci sarebbero ancora tante cose da raccontare di questa nostra piccola storia al femminile, come sarebbe importante anche parlare di alcune donne in particolare che sono degli “assi portanti” della nostra Associazione.

Siamo donne piemontesi nel mondo, in Argentina, dove la presenza piemontese é viva, attiva e ci colma di orgoglio. Non siamo “femministe”, seppure sappiamo quanti siano i problemi che la donna si trova a vivere nella società attuale. E proprio perché li conosciamo bene, vogliamo lavorare mettendo basi solide che contribuiscano a evitare situazioni di violenza, di maltrattamento, di dolore e di disuguaglianza.

Puntiamo a sostenere la famiglia; l'onestà, la dignità della donna. Affermiamo che non può esistere un mondo migliore senza la presenza attiva della donna, ma della donna insieme all'uomo, in parità di condizioni. Non confrontandosi, non lottando, ma unendosi in un progetto di vita integrale per migliorare l'umanità.

Lavoriamo per salvaguardare e promuovere il miglior stile di vita piemontese, quello che ci è stato tramandato da quelle emigranti, donne forti che hanno saputo vincere in condizioni tanto disagiate. E a viverlo in noi stesse.

Siamo convinte che la cultura, e fondamentalmente i valori che abbiamo ereditato, siano il “tesoro” che dobbiamo valorizzare e trasmettere; e che con la nostra presenza e le nostre azioni stiamo dando il nostro contributo affinché le nuove generazioni, quelle che oggi ci accompagnano e quelle che verranno, continuino a incarnare in sé stesse questi stessi valori permanenti ma aggiornati, e a dare continuità a questa storia.

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