Luigi Palma di Cesnola, generale e archeologo

Una vita di successi e scandali per il primo direttore del Metropolitan Museum di New York

Luigi Palma di Cesnola in un dipinto di Jacob D. Blonde del 1865.
Davide Mana
Davide Mana

Laureato in Paleontologia e dottore di ricerca in Geologia, in passato è stato insegnante, ricercatore, conferenziere, venditore di auto usate, interprete, spaventapasseri, riparatore di biciclette. Da alcuni anni lavora come autore, divulgatore, traduttore e creatore di giochi.

  

La Medaglia d’Onore del Congresso è la più alta onorificenza militare assegnata dal governo degli Stati Uniti, per straordinari atti di eroismo personale. Istituita nel 1862, fino a oggi è stata assegnata 3.525 volte a persone che si siano distinte per

atto di coraggio e ardimento a rischio della propria vita sopra e al di là del richiamo del dovere mentre impegnato in uno scontro con un nemico degli Stati Uniti.

Fra coloro che hanno ricevuto la medaglia figurano Buffalo Bill e Charles Lindberg, Mary Edwards Walker (l’unica donna premiata) che prestò servizio come chirurgo nelle trincee della Grande Guerra, e Thomas Custer, fratello del più famoso Generale George Custer, che ricevette due volte l’onorificenza durante la Guerra Civile americana. Oltre 1.400 medaglie d’onore vennero assegnate ai combattenti della Guerra Civile (1861-1865), e di queste, settantatré a uomini che parteciparono alla Campagna di Gettysburg – nell’estate del 1863. Di questi settantatré uomini, uno era nato a Rivarolo Canavese: è Luigi Palma di Cesnola, che oggi riposa in un cimitero nello Stato di New York, in un posto che si chiama Valhalla.

La lapide di Luigi Palma di Cesnola a Valhalla.
La lapide di Luigi Palma di Cesnola a Valhalla.

Lanciato verso una brillante carriera

La famiglia di Luigi Palma di Cesnola rintracciava le sue origini nell’antica aristocrazia medievale, ma aveva subito degli alti e bassi, per così dire, coi primi dell'Ottocento, quando nel 1821 Maurizio Palma di Cesnola e suo fratello Alerino erano entrati a far parte della Carboneria e avevano partecipato ai moti rivoluzionari. Sfuggiti all’arresto e condannati in contumacia, i due fratelli seguirono percorsi diversi: Alerino, che era stato uno degli artefici della rivolta, venne privato del titolo nobiliare e visse in esilio per i trent’anni successivi, sempre dedicandosi all’attività politica e all’ideale repubblicano, e morì in Grecia nel 1851. Maurizio riuscì invece ad ottenere la grazia, conservò il titolo e poté rientrare in Italia. Qui, nel 1832, il conte Maurizio sposò la nobildonna Eugenia Ricca di Castelvecchio e, nello stesso anno, vide la luce il primogenito della famiglia, Luigi.

Come era spesso normale per l’aristocrazia piemontese, il primogenito venne avviato alla carriera militare, prima in collegio e poi alla Scuola di Cavalleria di Pinerolo. Nel 1848, il quindicenne Luigi lasciò la scuola per arruolarsi volontario nel 4° Reggimento di fanteria, Brigata Piemonte e partecipare alla Prima guerra di indipendenza. A Peschiera il giovane si dimostra abile e coraggioso, attirando l’attenzione dei vertici delle forze sabaude, e del Duca di Genova in particolare. Durante la battaglia della Bicocca, presso Novara, viene promosso sottotenente sul campo, e diventa così il più giovane ufficiale dell'esercito sabaudo.

Combattimenti tra austriaci e soldati piemontesi del 14° reggimento
Combattimenti tra austriaci e soldati piemontesi del 14° reggimento "Pinerolo" alla Bicocca.

L'ombra di uno scandalo

Ci sono tutte le premesse perché il giovane Palma di Cesnola, che nel 1851 si diploma alla scuola militare di Cherasco con il grado di capitano, possa intraprendere una sfolgorante carriera nelle forze armate piemontesi, ma qualcosa va storto: nel 1854 esplode uno scandalo, una faccenda poco chiara riguardo a del denaro dovuto a degli usurai, che il giovane ufficiale rifiuta di pagare. I dettagli non sono noti, ma Luigi viene congedato dall’esercito. Deve comunque trattarsi di qualcosa di piuttosto grave per gli standard dell’epoca: quando, allo scoppio della Guerra in Crimea, Luigi cerca di tornare ad arruolarsi, la sua candidatura viene rifiutata. Il giovane si rivolge direttamente al generale La Marmora, ma non c’è nulla da fare. Ben deciso a vedere comunque l’azione in Crimea, Luigi Palma di Cesnola si arruola in un corpo di combattenti turchi alle dipendenze degli inglesi ma agli ordini di un altro esule italiano, il generale siciliano Enrico Fardella. Luigi sarà il suo aiutante di campo.

Ritratto del generale Enrico Fardella.
Ritratto del generale Enrico Fardella.

Un ufficiale emigrante

Poi, nel 1858, all'età di ventisei anni, Luigi Palma di Cesnola si trasferisce in America. L’ombra di quel misterioso scandalo gli impedisce di provvedere a sé stesso, e non volendo vivere alle spalle della famiglia, Luigi arriva a New York come emigrante. Per un certo periodo si guadagna da vivere copiando spartiti musicali e dando lezioni di musica (è un bravo flautista), di italiano e francese. Fra i suoi studenti c’è la giovane Mary Isabel Reid, figlia dell’uomo che ha disegnato la bandiera degli Stati Uniti. Luigi e Mary Isabel si sposano, e sarà lei, allo scoppio della Guerra di Secessione, a suggerire a Luigi di aprire una scuola militare privata, che in capo a due mesi richiama 700 iscritti; tra questi, tutti gli ufficiali di due reggimenti di cavalleria che il senatore Ira Harris ha armato a proprie spese.

È infatti ancora viva negli Stati Uniti, la pratica di finanziare privatamente delle unità militari, delle quali poi il finanziatore assume – per lo meno formalmente – il comando. La Guerra Civile americana, anche nota come Guerra di Secessione, il conflitto più sanguinoso del diciannovesimo secolo, è combattuta perciò da una strana miscela di coscritti, volontari e dilettanti auto-finanziati.

Alcuni momenti della Guerra di Secessione americana. In alto a sinistra: Rosecrans a Stones River, nel Tennessee; in alto a destra: prigionieri confederati a Gettysburg; in basso: battaglia di Fort Hindman, nell'Arkansas.
Alcuni momenti della Guerra di Secessione americana. In alto a sinistra: Rosecrans a Stones River, nel Tennessee; in alto a destra: prigionieri confederati a Gettysburg; in basso: battaglia di Fort Hindman, nell'Arkansas.

Un destino che si ripete

Nel 1862, Luigi (o come dicono gli americani, Louis) Palma di Cesnola si arruola col grado di Maggiore nell’esercito unionista, nell’11° reggimento di cavalleria di New York, che funge da scorta per Abraham Lincoln. Promosso tenente colonnello, Luigi si distingue immediatamente per la sua insubordinazione, e critica apertamente il suo diretto superiore, il colonnello James B. Swain, perché le reclute del reggimento non gli sembrano istruite a dovere. Per questo motivo, insieme ad altri ufficiali, viene arrestato con l’accusa di ammutinamento. Liberato e allontanato dal reggimento, grazie all’intervento del generale McClellan, che Luigi ha conosciuto in Crimea, gli viene offerto l’incarico di capo di stato maggiore dell’11° corpo d’armata del Potomac, ma il governo non rattifica la nomina. È come se le difficoltà incontrate in patria si stessero ripresentando anche dall’altra parte dell’Atlantico.

Nell’estate del 1862, Luigi organizza a proprie spese il 4° reggimento volontari di New York, che ai suoi ordini si distingue in numerose azioni. Le sue responsabilità crescono, ma la sperata promozione non arriva: mentre Palma si impegna al fronte, al suo posto viene promosso generale il figlio del segretario di Stato, che se ne resta a Washington.

Sopravvissuto a una battaglia

La cattura di Luigi Palma di Cesnola durante la Guerra di secessione americana in un'illustrazione tratta da 
La cattura di Luigi Palma di Cesnola durante la Guerra di secessione americana in un'illustrazione tratta da "Deeds of valor; how America's heroes won the Medal of Honor".

La promozione gli viene negata una seconda volta alla vigilia della battaglia di Aldie, combattuta in Virginia il 17 giugno 1863, nel corso della campagna di Gettysburg. Luigi guida i suoi uomini alla carica in più ondate contro le truppe e l’artiglieria del sud, e viene dato per morto in azione. Lo ritrovano i confederati, ferito e intrappolato sotto al proprio cavallo, ma ancora vivo. Catturato, viene deportato nella prigione militare di Richmond. Le sue condizioni sono gravissime, ma Luigi sopravvive, grazie all’opera del medico della prigione, il dottor William Kennedy, e del padre gesuita Giuseppe Bixio, fratello di Nino, già luogotenente di Garibaldi. Dopo nove mesi di prigionia, Luigi Palma di Cesnola viene liberato il 30 marzo 1864, in seguito a uno scambio di prigionieri.

Stazionato al comando della città di Belle Plain, in Virginia, dove l’Unione ha acquartierato la sua cavalleria, nel giugno 1864 Luigi riceve l’ordine di raggiungere il generale Sheridan con tutte le forze di cui poteva disporre: 12.000 uomini, più le batterie d’assedio destinate al corpo d’armata del Potomac. È l’avvio della campagna della valle dello Shenandoha, alla quale Luigi partecipa attivamente, meritandosi una citazione per valore sul campo, nell’agosto 1864. Ma ancora una volta, nessuna promozione.

Da New York a Cipro

Nel settembre 1864, Luigi lascia il servizio: la ferma del 4° reggimento volontari New York è scaduta. Tornato a casa da sua moglie, riapre per un breve periodo la sua scuola militare. Si nomina anche generale di propria iniziativa, sostenendo che la promozione gli è stata concessa da Lincoln in persona, quattro giorni prima di essere assassinato. Ma non ci sono prove che questo sia mai accaduto.

In quello stesso periodo, diventa corrispondente di un quotidiano italiano, il Vessillo d’Italia di Vercelli, per il quale produce una serie di articoli nei quali descrive non solo l’andamento del conflitto, ma anche le sue conseguenze – lo stato di prostrazione degli stati del sud, il dramma degli schiavi liberati ma ora senza lavoro.

Testata del giornale di Vercelli
Testata del giornale di Vercelli "Vessillo d'Italia".

L’anno dopo, nel 1865, è nuovamente il senatore Harris, che all’inizio della guerra gli aveva affidato l’istruzione dei suoi ufficiali, a intervenire nel corso della vita di Luigi Palma di Cesnola: il “generale” è comunque un eroe di guerra, e la persona giusta per ricoprire l’incarico di Console Americano a Cipro. Il governo americano accetta la candidatura, e Luigi, la moglie Mary e il figlio in fasce arrivano perciò a Larnaca, Isola di Cipro, alla vigilia di Natale di quell’anno. Si tratta di un incarico di tutta tranquillità, che permette a Luigi di lasciare per il momento da parte le armi, e dedicarsi alla sua seconda passione – l’archeologia.

Il senatore Ira Harris.
Il senatore Ira Harris.

Ufficiale, archeologo e… contrabbandiere

Per quasi undici anni, Luigi Palma di Cesnola si dedica a scavi archeologici sull’isola di Cipro, scavando oltre cinquanta siti diversi, e raccogliendo reperti risalenti al periodo in cui l’isola era stata un crocevia commerciale del Mediterraneo. Secondo alcune stime, il suo lavoro a Dalì, Ateniu (Golgoi), Paphos, Amathus e Kourion (Curium) porta alla luce più di 35.000 reperti. Di questi, oltre 7.000 andarono perduti quando la nave che li trasportava colò a picco al largo di Beirut nel 1871. Molti reperti vengono messi all’asta a Londra e a Parigi, grazie alle straordinarie capacità di Luigi come promotore del proprio lavoro. L'8 gennaio 1871, annuncia all'Accademia delle Scienze di Torino la scoperta del tempio di Afrodite a Colgoi, dopo aver donato alla stessa Accademia circa 200 reperti ciprioti.

È importante sottolineare che in quegli anni Cipro è sotto il controllo dell’Impero Ottomano, e le autorità ottomane non gradiscono affatto che dei resti archeologici e degli oggetti d’arte vengano esportati. Palma di Cesnola quindi svolge il proprio lavoro ai limiti della legalità, eludendo la sorveglianza e, di fatto, contrabbandando all’estero i propri ritrovamenti.

Alessandro Palma di Cesnola

A partire dal 1873, a Luigi si affianca il fratello Alessandro (1839-1914), al quale Luigi ha fatto ottenere la carica di viceconsole degli Stati Uniti d’America a Paphos. Questo permette a Luigi di recarsi periodicamente a New York, dove il Museo d’Arte ha acquistato parte della sua collezione, e lui ne sta curando l’allestimento espositivo. Alessandro, abbandonata la carriera diplomatica, proseguirà successivamente il lavoro di ricerca archeologica a Salamina, raccogliendo più di 14.000 reperti.

A differenza del fratello maggiore, Alessandro Palma aveva combattuto con l’esercito sabaudo in Crimea, e poi nelle guerre d’indipendenza italiane del 1859 e 1866, venendo ripetutamente decorato per valore militare. Nel 1869 aveva lasciato l’esercito, e fra il 1870 e il 1871 aveva preso parte a una spedizione nel Mato Grosso. Sopravvissuto all’epidemia di febbre gialla che aveva decimato la popolazione di origine italiana di Buenos Aires, nel 1872 si era arruolato nell’esercito dell’Uruguay.

Alessandro Palma di Cesnola (© www.civico20news.it)
Alessandro Palma di Cesnola (© www.civico20news.it)

Chiusa la sua permanenza a Cipro, nel 1879, Alessandro si trasferisce a Londra, dove sposa Augusta Lawrence, figlia del famoso antiquario Edwin Lawrence – il finanziatore delle campagne di scavi a Cipro, e una delle persone che hanno certo tratto un ampio profitto dalle aste di reperti dei fratelli Palma.

Tornato in Italia, Alessandro dona alla Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti circa 300 reperti che, con le donazioni precedenti, verranno accolti presso il Museo delle Antichità della Regia Università di Torino. Riprende poi servizio nell’esercito con il grado di tenente colonnello nel IV reggimento alpini. Viene ricordato, oltre che per l’attività archeologica e le pubblicazioni, per aver progettato un particolare modello di cannone da montagna.

Restauri ingannevoli

Rientrato negli Stati Uniti nel 1877 alla scadenza del suo mandato di console, Luigi Palma viene nominato fiduciario del neonato Metropolitan Museum of Art di New York, che ha acquistato circa 22.000 reperti della sua collezione cipriota, e del quale diventa il primo direttore professionale due anni dopo, conservando la carica fino alla propria morte.

Anche in veste di direttore di museo, Luigi si dimostrò tanto abile quanto impetuoso e autoritario. Il personale del museo è spesso irritato dal direttore, che vaga per le sale pavoneggiandosi coi visitatori, e concentrandosi sulla puntualità dei dipendenti piuttosto che sull'arte esposta.

Luigi Palma di Cesnola nell'ufficio del direttore al Metropolitan Museum of Art di New York.
Luigi Palma di Cesnola nell'ufficio del direttore al Metropolitan Museum of Art di New York.

Nel 1880, il museo si trasferisce nella nuova sede, e la collezione di reperti di Palma di Cesnola occupa la posizione d’onore al primo piano del nuovo edificio sulla Fifth Avenue a Central Park. Alcuni critici, tra cui il mercante d’arte Gaston Feuardent sulla rivista Art Amateur, accusano Luigi di aver falsificato vari reperti archeologici (Feuardent parla di “restauri ingannevoli”), e mettono in dubbio la reale provenienza del materiale. Palma porta allora in tribunale i reperti incriminati per dimostrarne l’autenticità. Gli esperti e i giudici gli daranno ragione, e Feuardent viene condannato per diffamazione.

E tuttavia, i problemi non finiscono qui.

Gli eccessi del direttore del MET

Altre critiche arrivano da Max Ohnefasch, archeologo presso il Museo di Cipro, riguardo ai metodi di scavo e restauro utilizzati da Palma di Cesnola. Una successiva analisi della collezione del Metropolitan Museum of Art, a opera dell’archeologo John Myres, confermerà comunque che tutti i pezzi vengono davvero da Cipro. È però probabile che i cinquanta siti siano solo ventisette.

Nel 1888, Luigi ordina a un suo curatore, William Goodyear, di autenticare alcuni vasi ciprioti, che Goodyear tuttavia definisce “problematici”. Questo scatena la furia del direttore del museo, che accusa il curatore di non aver fatto “ciò che gli era stato ordinato” e poi, in un esempio ottocentesco di mobbing, impedisce al povero Goodyear di entrare nel proprio ufficio per molte settimane finché l’uomo, esasperato, non si dimette.

Ritratto di William Goodyear del 1916.
Ritratto di William Goodyear del 1916.

Al di là di questi eccessi, nei suoi 25 anni come direttore, Palma di Cesnola mette a frutto la propria preparazione militare, e si dimostra un amministratore e organizzatore eccellente, gettando le basi delle ricchissime collezioni d'arte del Museo. Sono sue le acquisizioni di molti quadri dei più grandi artisti, ancora oggi esposti nelle sale del MET.

Il più illustre italiano d'America

Frattanto, nel 1897, il congresso assegna a Luigi Palma di Cesnola la medaglia d’onore per la battaglia di Aldie. Luigi è molto popolare, soprattutto in Italia, e riceve da Vittorio Emanuele III di Savoia la Croce di Grand'Ufficiale della Corona d'Italia.

Quando Giuseppe Giacosa pubblica, nel 1898 un volume sulle sue esperienze durante una lunga visita negli Stati Uniti, dedica il libro al "Generale Conte Luigi Palma di Cesnola, Direttore del Metropolitan Museum of Art di New York... con sentimento di ammirazione, di gratitudine e di affetto". A Luigi Palma di Cesnola è anche dedicato l’ultimo capitolo del volume, che lo presenta, insieme con Antonio Meucci come il più illustre italiano d'America,

il cui nome è scritto con gloriose note nella storia americana della guerra di secessione ed in quella universale delle maggiori scoperte archeologiche.

Spregiudicatezza e avventura

La tomba di Luigi Palma di Cesnola nel cimitero di Kenisco, Valhalla, New York.
La tomba di Luigi Palma di Cesnola nel cimitero di Kenisco, Valhalla, New York.

Tuttavia oggi, a quasi un secolo e mezzo di distanza, la figura di Luigi Palma di Cesnola come archeologo è stata ampiamente rivalutata. Se è innegabile che gli standard archeologici della seconda metà dell’Ottocento erano per lo meno “avventurosi”, non c’è dubbio che il lavoro svolto a Cipro da Palma sia spesso molto discutibile. Raramente presente sul sito degli scavi, Palma ha frequentemente interpretato i reperti in maniera erronea – incluso falsificarne il luogo di ritrovamento – al fine di accrescerne l’importanza e il valore commerciale. Non esistono oltretutto documentazioni fotografiche dei ritrovamenti – una pratica che già nell’Ottocento veniva considerata indispensabile.

Forse per questo motivo, nel corso degli anni il Metropolitan Museum ha discretamente liquidato gran parte della collezione di Palma di Cesnola, conservando ed esponendo solo i pezzi di maggior pregio e di accertata provenienza. Da una decina d’anni, le autorità cipriote hanno fatto istanza presso le corti internazionali per ottenere la restituzione dei reperti.

Mary Isabel Reid, che è sempre stata incrollabile al fianco del marito, e che nella sua vita si è dedicata a opere di carità – tra cui un orfanotrofio per fanciulle italiane abbandonate a West Park (New York), muore il 1º giugno 1902. Da lei Luigi ha avuto due figlie, Eugenia Gabriella (nata a New York nel 1863) e Luigia Irene (nata a Cipro nel 1866).

Luigi Palma di Cesnola si spegne nel suo appartamento del Seymour Hotel, a New York, il 20 novembre 1904. Una delle sue ultime avventure è stata la restituzione alle autorità italiane del piviale ascolano, che era stato rubato dalla chiesa di Ascoli e acquistato inconsapevolmente da J. P. Morgan. Un gesto di correttezza accademica da parte di quello che era stato, per gran parte della sua carriera, un contrabbandiere d’arte piuttosto spregiudicato.

Luigi Palma di Cesnola è sepolto nel cimitero di Kenisco, Valhalla, NY. Sulla sua lapide, viene indicato come Louis. 

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Bibliografia

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