Cos’è Supernova? Se la maggior parte di noi pensa subito ad una particolare fase della vita di una stella, non tutti sanno che si tratta anche del nome di un programma di una web-radio, ovvero ascoltabile via internet, in onda ogni mercoledì sera. Il tema principale di questa trasmissione radiofonica, dato il nome scintillante, non poteva che essere attinente al panorama astronomico. Sembra quasi incredibile ma risulta essere l’unico programma radio in Italia interamente dedicato alla divulgazione astronomica. A sopperire a questa mancanza nel mezzo dell’etere ci ha pensato non molti anni fa la conduttrice Giovanna Ranotto, in un'impresa che sta portando avanti con rinnovato entusiasmo.
Supernova nacque da un’idea di Daniele Interdonato, amico astrofilo di Giovanna e maestro di scuola elementare, che cercava un modo originale per raccontare l’astronomia. Fu lui a proporre la trasmissione alla redazione di Border Radio, una web radio torinese nata nel 2009 che trasmette esclusivamente musica rilasciata con licenze libere. Oltre a questo programma radio specifico, Border Radio propone periodicamente corsi e workshop di regia e redazione radiofonica, dizione e utilizzo della voce, e partecipa attivamente a progetti e manifestazioni di promozione della cultura copyleft, come Turin Share-Alike Festival, Notte Rossa Barbera, Festival del Pubblico Dominio, Festival Just Copyleft. Inoltre contribuisce alla programmazione culturale del centro Comala, dove ha la sua sede, ed è in questo contesto multiculturale che si inserisce Supernova, al momento unica trasmissione di Border Radio a trattare temi scientifici.
Daniele all’inizio era indeciso sul nome da dare alla trasmissione, ma alla fine ha prevalso Supernova. La prima puntata andò in onda il 24 novembre 2014 e a condurre c’era soltanto Daniele; per la seconda puntata coinvolse anche me, chiedendomi se volessi essere ospite di questo programma radiofonico; io, così su due piedi e senza pensare troppo alle conseguenze, accettai volentieri l’invito, anche perché ero curiosa di fare questa esperienza radiofonica… e da allora sono conduttrice fissa insieme a Daniele!
Tra gli obiettivi di Supernova c’è quello di fornire spunti e incuriosire gli ascoltatori parlando di astronomia. Purtroppo al giorno d’oggi le persone guardano poco il cielo e il crescente inquinamento luminoso ne è una causa. In questo senso Supernova ha lo scopo di informare e divulgare, sperando di sensibilizzare le persone anche sul problema della proliferazione di luci nelle nostre città, tematica affrontata in diverse puntate.
Sia per me che per Daniele, chiacchierare di astronomia in radio è una grandissima passione, riteniamo che sia importante per far avvicinare quante più persone possibili alle meraviglie celesti che stanno sopra di noi e di cui troppo spesso, vuoi per disinteresse, vuoi per mancanza di tempo, ci dimentichiamo.
Quando trasmette, Giovanna Ran – come spesso si firma – aspira ad essere una sorta di mentore nella speranza che tra gli ascoltatori e ascoltatrici ci siano dei giovani che, sentendo le sue puntate, decidano poi di studiare Fisica o Astronomia, o comunque di osservare un po' di più il cielo. Quali sono stati però i suoi di mentori?
Tra le persone che mi hanno dato tanto a livello di astrofilia, non posso non citare il dottor Walter Ferreri, astronomo dell’INAF – Osservatorio Astrofisico di Torino ora in pensione, e Franco Bertucci, astrofilo del Circolo Astrofili di Milano, che mi hanno insegnato parecchio sull’osservazione visuale del cielo. Per quanto riguarda l’astrofotografia sarò per sempre grata a tutti gli amici astrofili di Felizzano e dintorni e agli amici astrofili che frequento quando vado a Saint Barthelemy, in Valle d’Aosta, dispensatori di preziosi consigli.
L’attuale situazione di pandemia ha costretto tutti noi a modificare abitudini e stili di vita. In questo frangente i conduttori hanno potuto constatare un aumento degli ascolti. Senza dubbio la chiusura in casa – e si fa riferimento soprattutto al lockdown totale di marzo 2020 – ha avvantaggiato una forma di evasione con la mente, alternativa alle osservazioni celesti e alle nottate passate all’aperto, dalle preoccupazioni quotidiane, per viaggiare con l’immaginazione tra stelle e galassie.
I nostri ascoltatori, oltre ai tanti amici della radio, sono solitamente astrofili, giovani o persone incuriosite dalla materia, non necessariamente laureati in astronomia o fisica. Gli ospiti? Variegati. Nel corso degli anni ne abbiamo avuti di diverse tipologie: astronomi professionisti, astrofili, divulgatori scientifici, astrofotografi, docenti, ingegneri aerospaziali, titolari di negozi di strumentazione astronomica, colleghi del Planetario di Torino e addirittura un esperto di radioprotezionistica spaziale.
Visto che Supernova abbraccia un po' tutti gli aspetti dell’astronomia, essendo una materia interdisciplinare, anche i suoi ospiti rispecchiano questa peculiarità. Oltre che per essere degli esperti in materia, i conduttori li scelgono in base alle loro capacità di trasmettere qualcosa ed emozionare il loro pubblico. Solitamente gli ospiti vengono contattati attraverso il web da Giovanna e Daniele, incuriositi da qualcosa che hanno fatto o perché li conoscono direttamente e sanno che hanno molto da raccontare, o ancora dopo averli incontrati in occasione di congressi e conferenze.
Un evento e un incontro fu all’origine di quella che è diventata una delle puntate epiche di Supernova. Risale al 2017, quando si presentò l’occasione di intervistare il compianto Giovanni Bignami. Per chi non lo sapesse, Giovanni Bignami è stato, tra i tanti ruoli da lui ricoperti, presidente dell'INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica), nonché presidente del COSPAR (Comitato per la Ricerca Spaziale), collaboratore di riviste e quotidiani, tra i quali La Stampa, Il Corriere della Sera, Le Scienze, l'Espresso e anche ospite di Superquark con la rubrica Polvere di Stelle.
Incontrai Giovanni Bignami in occasione di una conferenza in cui presentava il suo libro Oro dagli asteroidi e asparagi da Marte e gli chiesi subito se volesse partecipare a una chiacchierata radiofonica: si mostrò entusiasta all’idea! Ci scambiammo i rispettivi contatti e gli scrissi non appena tornata a casa dalla conferenza, spiegandogli per bene tutti i dettagli della trasmissione.
La scaletta di ogni puntata di Supernova prevede un’iniziale rassegna di notizie astronomiche curata e proposta da Giovanna e della durata di circa cinque o dieci minuti, dopodiché la parola passa all’ospite. Fu così anche nel caso di Bignami: dopo il consueto astronotiziario viene mandato in onda il primo stacco musicale e, al rientro, i conduttori provarono a collegarsi con Bignami.
Provammo una volta, ma il collegamento non andava in porto: si trattava forse di un problema di rete? Riprovammo una seconda volta, una terza… e a questo punto una forte agitazione iniziò a impossessarsi di me e Daniele. Erano ormai le 20.45, e del nostro ospite ancora nessuna traccia.
Per fortuna, o per sbaglio, Mariangela, la regista, aveva destinato una mezzoretta in più alla puntata di Supernova, per lasciare più spazio all’intervista di Bignami, scelta che divenne salvifica per la riuscita della puntata, oggi liberamente ascoltabile online.
Se il saper improvvisare e gestire nell’immediato gli imprevisti è una qualità essenziale per un conduttore radiofonico esistono anche altri aspetti da non sottovalutare come la necessità di leggere e informarsi continuamente per trovare notizie curiose e interessanti. La possibilità di entrare in contatto con persone nuove e poter disporre di un mezzo di comunicazione interamente dedicato all'astronomia sono tra le qualità più positive del lavoro di Giovanna. Un aspetto non trascurabile riguarda invece gli approfondimenti: andare troppo sul tecnico farebbe allontanare gli ascoltatori, in radio, a differenza di altri mezzi di comunicazione, sarebbe auspicabile un’infarinatura sui concetti fondamentali, senza scendere troppo nei dettagli. Anche la gestione del tempo a disposizione è determinante per la riuscita del programma:
In radio dobbiamo sempre prestare attenzione al fattore tempo: in un’ora bisogna affrontare tutti gli argomenti concordati con l’ospite, mandare in onda almeno tre o quattro brani musicali e intervenire prontamente se l’ospite non parla per più di un secondo. Insomma, occorre prestare attenzione affinché il discorso proceda fluido: l’ideale è farlo percepire come una chiacchierata informale con degli amici, come se fossimo nel salotto di casa.
Dopo aver svelato i retroscena della conduzione di Supernova, è ora di conoscere anche la sua conduttrice: nata nel 1985 a Biella, vive in un paesino in provincia di Torino; nel suo personale blog, la vagabonda celeste, la si vede sorridente e sovrastata da due telescopi.
Dopo il liceo scientifico, ho studiato ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino, dove ho conseguito la laurea triennale nel 2010; nel 2015 ho conseguito anche la laurea magistrale in Fisica, indirizzo Astrofisica, presso l’Università degli Studi di Torino. Già durante gli studi ho iniziato ad occuparmi di divulgazione scientifica. Attualmente collaboro con l’Astrobioparco – Oasi di Felizzano, in provincia di Alessandria: un parco in cui è possibile trascorrere una piacevolissima giornata in mezzo alla natura, osservare il Sole con appositi telescopi opportunamente filtrati e la sera scrutare il cielo attraverso il grande telescopio dell’osservatorio.
In passato ha lavorato presso l’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta e al Planetario di Torino per visite guidate, osservazioni del Sole e del cielo notturno ad occhio nudo o attraverso il telescopio. Ha anche collaborato con mostre scientifiche temporanee come Infinita curiosità, Uomo virtuale, Space Adventure e, per avere un’esperienza completa di divulgazione scientifica, è stata articolista per diverse riviste del settore come Le Stelle o Coelum Astronomia.
Il mio blog è una sorta di diario astronomico in cui racconto di star party o viaggi astronomici a cui ho partecipato e dove pubblico le mie astrofotografie. Ho anche scritto un paio di libri autobiografici, Le Avventure della Vagabonda Celeste vol. 1 e vol. 2. Inoltre faccio parte dell’Associazione Astrofili Celestia Taurinorum, un’associazione di astrofili di Torino nata nel 2017 per diffondere la conoscenza dell’astronomia al grande pubblico tramite serate osservative, corsi di astronomia, conferenze ed eventi nelle piazze e online.
Per Giovanna Ran il primo contatto con il cielo è avvenuto in un preciso momento, durante un’occasione speciale, quella della spettacolare cometa Hale-Bopp nell’ormai lontano 1997. Mostrata dai suoi genitori attraverso un normalissimo binocolo 10x42, ne ricorda ancora lo splendore nel cielo del tramonto. All’epoca aveva undici anni, e si ricorda benissimo anche del robottino Sojourner che scorrazzava su Marte.
Penso siano stati questi due eventi a farmi appassionare all’astronomia, già allora ero una bambina piuttosto curiosa. Per il primo telescopio, un Newton 200/1000, ho però dovuto aspettare fino al 2004, e ad oggi lo utilizzo ancora per osservazioni visuali. Da qualche anno ho deciso di dedicarmi anche all’astrofotografia, un settore che mi sta regalando grandissime soddisfazioni.
In alcuni casi il proprio bagaglio professionale contribuisce a sviluppare e affinare un interesse stellare, per Giovanna invece è accaduto esattamente l’opposto: è stata la sua passione a influenzare quello che sarebbe poi diventato il suo lavoro. Inizialmente avrebbe voluto intraprendere la carriera da astronauta, da qui la scelta di studiare ingegneria aerospaziale, poi si è resa conto di amare l’osservazione delle stelle anche dalla superficie terrestre e si è dedicata all’astrofisica per comprendere meglio ciò che si trova sopra le nostre teste.
Per me astrofilia e astronomia sono mondi interconnessi: conosco personalmente diversi astronomi professionisti che nel tempo libero si dedicano all’osservazione visuale o all’astrofotografia, e tramite i social network sono in contatto con appassionati che si dedicano, ad esempio, alla ricerca di asteroidi con risultati pari a quelli degli astronomi professionisti.
Spesso parlando di STEM, ovvero Science, Technology, Engineering and Mathematics, si fa riferimento a discipline scientifiche nelle quali c’è poca propensione a coinvolgere le donne. Ma come mai?
Al primo anno di ingegneria aerospaziale nel mio corso eravamo pochissime ragazze: può darsi che questo numero basso sia stato dovuto a retaggi culturali. Il disinteresse verso le materie scientifiche potrebbe derivare, ma questo vale anche per i ragazzi, dall’avere avuto insegnanti che non sono stati capaci di trasmettere il loro entusiasmo per la matematica o le scienze, rendendo ostica la loro materia.
Bisogna essere fortemente motivate per superare questi ostacoli. In questo contesto il ruolo dei media e delle tecnologie è fondamentale: possono aiutare nella comprensione e nella divulgazione astronomica oltre che a creare collegamenti, seppur virtuali, con altri simpatizzanti del cosmo. Secondo Giovanna Ranotto è essenziale proporre contenuti di qualità e prestare attenzione a non divulgare fake news, purtroppo molto comuni negli ultimi anni. È pur vero che le attività di divulgazione astronomica debbano essere fatte anche in presenza: quando si punta il telescopio verso la Luna e si mostrano i crateri a un gruppo di ragazzi l’effetto “Wow!” è assicurato, mentre viene un po' a mancare mostrando la Luna attraverso una webcam. Internet è però un potente mezzo per promuovere lo studio dell’astronomia o, ad esempio, per pubblicizzare una serata osservativa perché permette di raggiungere molte più persone. Inoltre, attraverso i gruppi di astronomia sui social si può ottenere aiuto su un problema, confrontarsi con qualcun altro su qualche dubbio e conoscere nuove persone che condividono gli stessi interessi.
Anche se la crisi pandemica non è ancora scongiurata, Giovanna Ranotto pensa con ottimismo al futuro astronomico. Ha in programma diversi viaggi astronomici per osservare il cielo australe, le aurore polari, le prossime eclissi totali di Sole del 2024 e del 2027 e visitare i telescopi delle Canarie. Progetti luminosi ed entusiastici ai quali se ne aggiungerebbero volentieri degli altri, ma gli effetti collaterali della pandemia quest’anno hanno influenzato anche il campo astronomico.
Per il lavoro il 2020 è stato disastroso, ma pian piano mi sto risollevando. In compenso lo scorso anno è stato fantastico per l’astrofotografia: abitando in un paesino fuori Torino e disponendo di un terrazzo, sono riuscita a sfruttare appieno la mia strumentazione durante la Luna nuova ottenendo ottimi risultati.
👍 Grazie Giovanna Ran e che l’augurio sia per tutti, come si dice nell’ambiente: cieli sereni!