Uno dei libri pop-up del MUSLI.

Il MUSLI, un museo a misura di bambino

Il Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia tra passato e presente

Nata a Torino, è insegnante di lingue straniere, bibliofila e collaboratrice esterna per diverse riviste. Da anni si occupa di cultura e spettacolo, con un occhio di riguardo rivolto alle arti figurative. Ama leggere, visitare mostre, recarsi a teatro e viaggiare, mossa dall’eterna scoperta di luoghi ed eventi da narrare, convinta che immagini e parole abbiano un valore intrinseco inestimabile, da continuare a rispettare e divulgare.

  

A Torino, in via Corte d’Appello, è possibile varcare una porta che consente di viaggiare indietro nel tempo. Il MUSLI (Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia), ubicato in uno dei quartieri più suggestivi della città, è pronto ad accogliere grandi e piccini all’interno di ambienti tematici che racchiudono tesori inattesi riguardanti l’istruzione e la narrativa per l’infanzia.

Due percorsi complementari

Il Museo è la principale emanazione della Fondazione Tancredi di Barolo ed è nato come punto di riferimento per diffondere la storia dell’educazione e dell’editoria rivolta ai più piccini a livello regionale, nazionale e internazionale. Al suo interno, è possibile seguire due itinerari di visita complementari, pur nella loro unicità. Il “Percorso Scuola” vuole evidenziare le caratteristiche della realtà scolastica giornaliera di fine Ottocento e inizio Novecento (talvolta con l’ausilio di attori a ricreare una tipica giornata d’epoca) tra aule, giochi, libri e materiali didattici distribuiti su quattro piani in un’ala dello storico Palazzo Barolo. La valorizzazione del vasto patrimonio museale testimonia l’evolversi del percorso educativo, soffermandosi sulle figure dei Marchesi di Barolo, nonché sull’idea di scuola tramandata ai posteri dal libro Cuore.

Alcune sale e interni del Percorso Scuola.

Il “Percorso Libro,” invece, consente la scoperta di molteplici aspetti della letteratura per l’infanzia, evidenziando caratteristiche dimenticate e poco note, in una vera e propria wunderkammer che si snoda tra pop-up, preziose edizioni e postazioni interattive. Tuttavia, l’incanto di questa ‘traversata’ storica ha i piedi ben saldi nel presente e volge lo sguardo al futuro ogni qual volta il museo acquisisce nuovo materiale o sviluppa percorsi tematici, poiché il MUSLI non mostra esclusivamente la disamina di un’epoca, ma è anche attento organizzatore di eventi ad hoc fruibili di persona e online, che spaziano dall’iconografia dantesca alla riscoperta dei giornalini scolastici. Attività per scolaresche e famiglie uniche nel loro genere, dove ci si trasforma, ad esempio, in artisti alle prese con la creazione di pop-up o in diligenti scolaretti al cospetto di esercizi di calligrafia.

Alcune sale e interni del Percorso Libro.

Giulia di Barolo, attenta ai più bisognosi

Impossibile dedicare un approfondimento al Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia senza partire da colei che fu l’anima stessa di Palazzo Barolo. Personaggio al quale la scuola, come oggi la conosciamo, deve molto: Giulia Vittorina Colbert da Maulévrier (successivamente Giulia di Barolo), nata il 26 giugno 1786 da un’antica famiglia della nobiltà francese, fin da piccola mostra un’intelligenza vivace e brillante e riceve l’educazione solida e raffinata tipica dell’aristocrazia dell’epoca. Alla corte di Napoleone, conosce Carlo Tancredi Falletti, il quale proviene da una delle famiglie più abbienti e importanti del Piemonte sabaudo e, come Giulia, sua futura consorte, è enormemente interessato agli studi e alla letteratura più che alle armi, arrivando a pubblicare novelle e testi religiosi.

La coppia convola a nozze il 18 agosto 1806 a Parigi e da subito mostra una profonda unione d’intenti, trovando in carità e dedizione il senso stesso della loro esistenza. Le opere dei marchesi si muovono su diversi fronti e Giulia inizia subito a interessarsi profondamente alla situazione femminile nelle carceri e, mettendo a frutto il prestigio della famiglia, si muove per migliorarne le condizioni e istituire le "Sorelle Penitenti di Santa Maria Maddalena", organizzazione atta ad accogliere donne desiderose di dedicare la propria vita a Dio. Le donne, i bambini e i poveri ebbero, infatti, sempre un ruolo d’onore nella vita dei coniugi e "L’Opera Pia Barolo", ente preposto alla continuazione dei loro desiderata, fu istituita con atto testamentario a seguito della morte della Marchesa, avvenuta il 19 gennaio 1864. Oggi il museo dedicato a Giulia è visitabile, previo appuntamento, in via Cigna, presso le Figlie di Gesù Buon Pastore dove, in una suggestiva sala interna, sono esposti abiti e oggetti a lei appartenuti, riproduzioni di bozzetti e carteggi (benché ridotti, poiché fu suo volere che venissero distrutti alla sua morte).

Giulia Colbert di Barolo
Giulia Colbert di Barolo

La dimora di Palazzo Barolo

L’attuale sede dell’Opera Barolo è il già citato Palazzo Barolo. Costruito a fine Seicento da Gian Francesco Baroncelli come ristrutturazione della dimora del conte Ottavio Provana, passa in eredità ai Falletti di Barolo nel 1727 fino ad arrivare a Giulia e Carlo che estinguono il casato ma ne fanno uno dei salotti culturali più in voga del tempo, frequentato anche da Camillo Benso Conte di Cavour, legato da fraterna e profonda amicizia alla Marchesa. Nota di riguardo merita, altresì, il più illustre dei loro ospiti, del quale è possibile visitare gli appartamenti. Stiamo parlando di Silvio Pellico, il quale si traferì a Palazzo Barolo, a seguito della pubblicazione de Le Mie Prigioni nel 1832 e mantenne con i Falletti di Barolo un legame indissolubile.

Palazzo Barolo è una delle dimore nobiliari meglio conservate del territorio piemontese. Situato in pieno centro a Torino, è noto per il maestoso atrio, lo scalone a forbice, la volta dipinta da Matteo Bartolini e i suggestivi appartamenti, meritevoli di approfondimento con visita guidata. L’odierno splendore è frutto dei lavori di restauro avviati nel 2012 e, dopo averne ammirate le collezioni d’arte, è un piacere ritrovarsi all’interno dell’ala che ospita il Museo al centro del nostro approfondimento.

Ingresso di Palazzo Barolo.
Ingresso di Palazzo Barolo.

Il patrimonio bibliografico

Il MUSLI, ricco di fondi librari, documentari e iconografici vuole tratteggiare la storia della scuola e dell’editoria per ragazzi negli ultimi due secoli. Aperto nel 2002 grazie ai materiali donati da Marilena e Pompeo Vagliani i quali, dopo l’incontro con l’Opera Barolo un paio di anni prima, danno vita a una Fondazione nello stile dei marchesi Falletti e in accordo con la storia del palazzo che fu sede di asili e di una tipografia storica (la Tipografia Eredi Botta, ricordata nell’allestimento del Museo).

Nasce così anche la biblioteca ideale dei Vagliani che trae le sue origini dagli studi di Pompeo, immediatamente affascinato dal fiabesco durante gli anni universitari. Oggi è il cuore che alimenta il Centro Studi e il Museo con circa 20.000 libri scolastici e per l‘infanzia da fine Settecento a metà Novecento, provenienti da tutti i Paesi europei. Volumi da conservare e catalogare (lavoro costantemente in essere) e consultabili su prenotazione. Il patrimonio bibliografico del Museo è inestimabile ed è al centro di una ricerca indefessa ma è – al contempo – da considerarsi come un lunapark e un labirinto (secondo le parole di Vagliani stesso) dove gli itinerari si sovrappongono.

Lo studio di Innocenzo Vigliardi Paravia ricostruito all’interno delle sale della Biblioteca.
Lo studio di Innocenzo Vigliardi Paravia ricostruito all’interno delle sale della Biblioteca.

Sui banchi dell'Ottocento

Il percorso museale è stato costruito in un’ala di Palazzo Barolo risalente alla prima costruzione dell’edificio, all’epoca destinata alla servitù. Ambienti raccolti e accoglienti che si affacciano su un incantevole cortile interno che dà al visitatore la sensazione di veder sbucare l’Alice di Lewis Carroll da un momento all’altro. L’itinerario si snoda su diversi piani, quasi a evocare le sfide del percorso scolastico degli allievi, per avvicinare gli studenti di ieri a quelli di oggi con un occhio di riguardo costantemente volto a Torino e al Piemonte. Il MUSLI non vuole semplicemente mostrare ma coinvolgere grandi e piccini in un viaggio a tutto tondo, idealmente guidato dai Marchesi, ancora oggi.

Partendo dal cortile della ricreazione scopriamo i giochi tipici che si svolgevano all’aperto per poi salire verso l’aula interamente realizzata seguendo le descrizioni contenute nel libro Cuore di De Amicis (1886). La stanza ricrea il clima di fine Ottocento, riferendosi in particolare all’anno scolastico preso in considerazione dall’autore: il 1881–1882. I banchi appartengono all’Opera Pia Barolo e sono oggetti d’epoca con seduta a quattro posti, in parte con ribaltina per riporre gli oggetti e in parte a piano fisso con calamaio. Lavagna, cartelle e stufa ci avvolgono in un manto nostalgico per qualche istante, prima di riportarci all’ordine con il Regolamento delle scuole comunali di Torino del 1879, il quale prescriveva l’affissione del ritratto di Vittorio Emanuele II, un crocefisso, il sistema metrico decimale, la cartina dell’Italia, nonché aggiornamenti su festività e orari. Orari che non comprendevano il giovedì (all’epoca festivo), poiché lo Stato riteneva di venire incontro agli allievi stabilendo che non potessero esserci quattro giorni successivi di lezione, senza una pausa infrasettimanale.

L’aula realizzata secondo le descrizioni del libro
L’aula realizzata secondo le descrizioni del libro "Cuore" di De Amicis.

L'Armadio Scuola

Ma le sorprese non sono finite! Nella stanza adiacente troviamo L’Armadio Scuola, splendido allestimento contenente volumi d’epoca destinati a maestri e scolari, con particolare riguardo a premi e punizioni per bambini più o meno meritevoli. Risalendo le scale, accompagnati dalla mappa di Torino del 1882 sulla quale è possibile localizzare gli istituti scolastici dell’epoca, giungiamo al piano nobile direttamente collegato agli appartamenti dei Marchesi e di Pellico, soffermandoci nella Camera dei Bambini atta a raccontare il ritorno da scuola con volumi di amena lettura e testi scolastici, senza dimenticare bambole e soldatini. Alle pareti, notiamo la pregevole litografia di Auguste Toulmouche del 1864, intitolata La prière, raffigurante il raccoglimento serale tra madre e figlio, intenti nella preghiera.

Momenti preziosi vengono spesi anche nell’ammirare le splendide ricostruzioni della sala d’asilo e dell’aula di primo Novecento con un discreto salto temporale che ci permette di soffermarci su un banco monoposto d’epoca, con porta calamaio e seduta regolabile, nonché sull’armadio-biblioteca in stile liberty. Inoltre, prima di avvinarci all’uscita, c’è ancora tempo per apprezzare guide didattiche finalizzate all’apprendimento della bella scrittura e svariati esemplari di pennini.

L'Armadio Scuola
L'Armadio Scuola

Libri per tutti

Il Percorso Libro, invece, si snoda al piano terra a valorizzare il fondo storico d’appartenenza, arricchito da tavole originali della casa editrice SEI di Torino e da costanti nuove acquisizioni. L’Editrice SEI è ospite all'interno del Museo poiché in possesso di un pregevole archivio di illustrazioni originali che ha dato modo al MUSLI di esporre circa settanta lavori del periodo d’oro tra Liberty e Novecento di autori quali Carpanetto, Carnevali e Porcheddu, solo per citarne alcuni. All’interno degli ambienti, viene dato grande risalto anche agli oli di Giovan Battista Galizzi dedicati all’edizione di Pinocchio del 1942.

Illustrazione sulla copertina del
Illustrazione sulla copertina del "Pinocchio" del 1942.

Il viaggio prosegue scendendo nelle cantine storiche del Palazzo dove ci troviamo al cospetto del suggestivo ambiente destinato ai libri animati ad al pre-cinema, con una prima parte dedicata alle trasparenze e alle vedute ottiche: tavole che, se illuminate, rivelano forme sottostanti. Seguono libri a trascinamento, a dissolvenza, metamorfici, di sollevamento o dotati di apposite volvelle (meccanismi costituiti da uno o più dischi solitamente di carta, sovrapposti e fissati alla pagina attraverso un perno, per far sì che ciascun disco ruoti liberamente sull’asse centrale), accompagnati da video con finalità didattiche per mostrarci i segreti dei maccanismi racchiusi nei volumi. Svariate le chicche presenti. Uno fra tutti, il primo libro animato pubblicato dai Fratelli Treves nel 1890: Groppino in cerca di Fortuna, dotato di leveraggio brevettato. Passando a libri-teatro posti su apposite teche per poterne godere appieno i dettagli e a volumi anatomici e scientifici con tavole scomponibili.

Mostre e iniziative

Impossibile citare tutte le iniziative promosse dal MUSLI nel corso degli anni ma possiamo soffermarci sulla collana Children’s Literature, nata dalla collaborazione tra L’Artistica Editrice in Savigliano e la Fondazione, la quale comprende la riedizione di quattro fiabe illustrate mirabilmente da Walter Crane: Puss in Boots (Il Gatto con gli Stivali), Cinderella (Cenerentola), The Sleeping Beauty (La Bella Addormentata) e Bluebeard (Barbablù). Il progetto, di grande valore artistico e didattico, accompagna i disegni di Crane già volti alla stimolazione cognitiva dei bambini, con testi adattati, traduzioni ed esercizi creati dalla professoressa Carmen Concilio e ha dato vita a un laboratorio dedicato da parte del MUSLI.

La collana
La collana "Children’s Literature".

Scandagliando le innumerevoli mostre e i prestiti in Italia e all’estero, arriviamo ai progetti più recenti come il Children's Literature in Italy il quale coinvolge una comunità di studiosi di letteratura per l'infanzia, costruendo un canale per diffondere informazioni su progetti, pubblicazioni e ricerche. Il lavoro svolto dalla Fondazione viene diffuso tramite il sito web e i canali social in costante aggiornamento. Inoltre, anche nel 2022, il Museo intende proseguire le celebrazioni dantesche, portando avanti l’iniziativa La Piccina Commedia. Dante e i ragazzi tra divulgazione e ricreazione con un ampio progetto di ricerca che verrà pubblicato in un volume a cura di Pompeo Vagliani e Luciana Pasino e presentato nella primavera del 2022 presso il Circolo dei Lettori di Torino.

Le bibliotechine di Zia Mariù

Non dimentichiamo l’ampio fondo archivistico dedicato a Paola Lombroso Carrara, nota come Zia Mariù, scrittrice per bambini, ideatrice del Corriere dei Piccoli e di oltre mille bibliotechine scolastiche rurali. Nel 2021, in occasione del centocinquantenario della nascita, il fondo è stato interamente inventariato e in parte digitalizzato per renderlo fruibile a tutti sul sito della Fondazione Tancredi di Barolo. Il progetto delle bibliotechine di Zia Mariù ebbe inizio nel 1909. Paola Lombroso si occupava, all’epoca, della corrispondenza del Corriere dei Piccoli e, in un’occasione, venne interpellata da una maestra che le richiese libri di amena lettura per i propri allievi meno abbienti.

Storia delle bibliotechine di zia Mariù.

Il piano prese subito forma e si decise per la creazione di bibliotechine contenenti ognuna dieci titoli regalati o acquistati grazie a donazioni, per avvicinare tutti i bimbi alla carta stampata. Ne nacquero, così, mille in tre anni e sono alla base di questo fondo composto da documenti, registri, quaderni, rubriche e schede su cui sono annotati tutti i dettagli delle mini realtà bibliotecarie. Particolare rilievo viene dato al Bollettino delle bibliotechine rurali tenuto dalla Lombroso dal 1912 al 1953, il quale consente un punto di vista privilegiato su anni che furono cruciali per la storia della cultura del nostro Paese e lo fa attraverso la fitta rete di sostenitori, letterati e artisti che collaborarono al progetto di Paola.

Il MUSLI, tuttavia, non può essere narrato nel suo complesso. Va vissuto durante le ricche visite guidate, nella sua totalità, ritrovando tesori e scoprendone di nuovi a ogni passaggio.

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Bibliografia

  • Accigliano W., Molino B., Vacchetto P., I Falletti di Barolo. Il luogo ed il loro castello principale, Bra, Officine Grafiche della Comunecazione, 2010.
  • Vagliani P., Il viaggio incantato. Guida al Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia di Palazzo Barolo, Carmagnola, CLS Arti Grafiche, 2016.
  • SITOGRAFIA: www.fondazionetancredidibarolo.com
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