Rivista Savej #10

maggio 2023

La tradizione culinaria piemontese accompagna da tempo immemore gli abitanti e i visitatori della nostra regione, in occasione del decimo numero di Rivista Savej ne ripercorriamo diversi aspetti partendo proprio dal piatto più conosciuto e popolare: la bagna cauda. La sua nascita è strettamente legata al mestiere degli acciugai che dalla Liguria portavano di contrabbando il sale nascosto sotto grandi ceste di acciughe percorrendo ogni giorno decine e decine di chilometri sulla “Via del Sale” con i loro pesanti caruss. Restando nel passato, un ricettario scritto tra Settecento e Ottocento svela gli antenati dei nostri piatti tradizionali tra padelle in rame e volute di profumi. Venendo al presente, Luca Iaccarino, famoso critico gastronomico ligur-piemontese, ci parla di ingredienti e ristoranti da non perdere.

Per raccontare la produzione di uno degli ingredienti più famosi del Piemonte, il riso, è necessario invece calarsi nei panni delle mondine, costrette a intere giornate di lavoro chine sotto il sole con le gambe nell’acqua stagnante tra insetti voraci e il rischio di contrarre la malaria. Le loro lotte e conquiste per una paga e un orario dignitosi sono un simbolo per tutti i lavoratori.

Se le vigne delle Langhe sono conosciute in tutto il mondo, i vigneti delle vallate alpine sono considerati paesaggi di margine in cui però manualità e pratiche tradizionali ci ricordano una forte identità legata al sapere contadino: come ad esempio l’antica legatura della vite per mezzo dei rami di salice. Ma anche il sottosuolo ha regalato al Piemonte risorse preziose: dai cercatori d’oro del passato e del presente sui fiumi biellesi e alessandrini fino allo stenuante scavare dei gavadur di Ozzano Monferrato il cui cemento è stato impiegato nei modi più versatili in Italia e all’estero.

La perdita di un grande linguista piemontese, Bruno Villata, diventa l’occasione per tracciarne un suo ricordo, dal trasferimento in Canada alla pubblicazione della grammatica piemontese.

Rivista Savej si accresce di molte pagine in occasione del decimo numero e come sempre, arricchisce le sue storie con fotografie dell’epoca, illustrazioni e le immancabili rubriche dedicate alla storia delle parole piemontesi e ai consigli di lettura. Troverete inoltre:

  • La millenaria Abbazia di Staffarda
  • Punti di vista femminili su Cesare Pavese
  • Gli anni Cinquanta nei caffè di Alba
  • Il tipografo Giambattista Bodoni
  • I viaggi e i reportages fotografici di Alessandro Faraggiana
  • Le danze e i suoni della musica occitana
  • Davide Calandra, lo scultore e la gipsoteca di Savigliano

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